Esistono monumenti come la cupola di San Pietro che da quando esistono sono stati soggetti di innumerevoli rappresentazioni, pittoriche, fotografiche, cinematografiche; parlando solo di fotografia la cupola dai primi dagherrotipi, passando per gli Alinari, fino all’attuale overdose di immagini è una dei protagonisti assoluti.
E questo genera, in chi si trova con cognizione di causa a passare li come davanti a qualunque altro luogo famoso e molto fotografato, del ritegno, una certa timidezza: cosa mai potrei fare io che non sia già stato anticipato da qualche Maestro, o come non naufragare nello sterminato mare di immagini tutte simili tra loro? La mia risposta è nell’esserne coscienti e usare, con un pizzico di ironia e in modo indiretto, la citazione.
Quindi queste che presento sono in qualche misura foto già viste: ho scelto per questo il bianco e nero, ei riferimenti iconografici sottotraccia, da certe atmosfere neorealiste a Guerre Stellari, dall’incongruenza di certi accostamenti alle inquadrature da cartolina; ho voluto soprattutto rendere omaggio all’atto del fotografare, non il fotografo o il soggetto, ma il momento in cui si inquadra e si decide un’immagine.