Il mio nome è Penelope, compagna di Ulisse, figlio di Laerte, re di Itaca. Questa reggia è la mia prigione, questo telaio è il mio rifugio, questo mare sconfinato la mia unica speranza.
Penelope che rimane ad aspettare, la sfida verso il tempo che passa. Penelope sposa del tempo mentre intorno il tempo divora i ricordi, modifica i luoghi, cerca di ingannare le nostre menti cambiando i nostri percorsi, gli affetti che non ci son più. Penelope che resiste, che gioca col tempo. Ci fa perfino l’amore. Penelope, sposa in candida veste in attesa che il tempo ritorni.
Mi dicono : “Sei bella Penelope, una regina saggia e virtuosa. Perché t’ostini ad attendere colui che non tornerà? Rassegnati a vivere di realtà e smetti di sognare il grande amore, ch’esso potrebbe non arrivare più”.
Cosa ne sanno costoro di ciò che custodisco nello scrigno del mio cuore? Amo Ulisse, uomo dal multiforme ingegno, uomo coraggioso e impavido, calmo e riflessivo, tenace e astuto. Nessuna meglio di me lo conosce tanto bene, neppure colei che lo ha generato può vantarsi di conoscerlo così. La mia bellezza è tutta sua, a mia virtù è un fiore che solo lui può cogliere, la mia saggezza è merito del suo amore che mi ha reso migliore.