La stanza aveva tre letti. Perfetti. Senza una piega. Sul muro un chiodo. Pareti azzurre.
Una mia cara amica, di cui potrei innamorarmi, entra col suo sposo. È bellissima. Sua sorella sorride. Sua sorella sorride? Perché? Io ho smesso di amarla. Forse non se ne è accorta e dovrei dirglielo.
Beatrice mi viene presentata. Pare allegra ma in questa stanza la sua tristezza si nota chiaramente. Almeno, io la noto. Siamo tutti allegri ma piangiamo. Non siamo uniti che da questo.
Beatrice mi chiede dei soldi. Sono imbarazzato. Cerco qualcosa da darle. Con impaccio. Freneticamente. Le mie mani nelle tasche. Trovo dei soldi. Pochi. Lei è contenta. Sono tutti contenti. Le auguro di essere felice. Di divertirsi. Sappiamo entrambi che non sarà possibile.
Lei si avvicina alla porta, si volta e mi guarda con occhi lucidi. Mi dispiace che stia male. Suo fratello è in ospedale. È grave. Forse morirà.
Beatrice esce e già mi manca.